Checco Zalone è il re del box office. Il botteghino l’ha consacrato dopo sole 24 ore di programmazione del film Tolo Tolo. Ma in passato l’attore ha sofferto di depressione.
Campione d’incassi, dopo un solo giorno Checco Zalone è stato consacrato, a ragion veduta, re degli incassi. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, però, Zalone ha deciso di togliere la maschera e di far vedere anche l’altro lato della medaglia. Così il comico e, adesso, anche regista pugliese ha parlato degli esordi, non proprio gratificanti.
Checco Zalone, dal concorso in polizia al palco di Zelig
Prima del successo vero e proprio, Zalone ha svolto diversi lavori. A parlarne è stato proprio lui durante un’intervista a Vanity Fair:
“Il picco dell’umiliazione fu quando mi chiesero di suonare un pianoforte vestito da Babbo Natale. Comunque lo picchiassi o per quanto lo scuotessi con delicatezza, quel piano scassato non restituiva mai una nota tenue. Io sul palco, senza renne, vestito di rosso e di bianco per 50 euro d’ingaggio e sotto di me il pubblico inferocito che mi chiedeva di fare meno rumore, di non disturbare la festa”.
Zalone, inoltre, ha ammesso di aver sofferto, per un breve periodo anche di depressione quando cercava in tutti i modi di sbarcare il lunario. Prima di approdare sul palco di Zelig, inoltre, ha lavorato anche come rappresentante farmaceutico e successivamente ha tentato il concorso in Polizia.
Checco Zalone: “Il primo migrante ero io”
Nella pellicola cinematografica Tolo Tolo, campione d’incassi, Checco Zalone pone al centro della storia la questione “migranti”. In un’intervista, l’attore pugliese ha ammesso che il primo migrante è stato proprio lui:
“Un migrante disperato come tutti i migranti. Ho capito di avere un potenziale quando ho inseguito i miei sogni. C’è stata un’epoca abbastanza buia in cui mi sembrava che non esistesse niente di più importante che avere un’indipendenza economica. Volevo qualche euro in tasca, una macchina tutta mia, un orizzonte sereno. Volevo il posto fisso. [..] Le ho provate tutte. E non mi sono arreso. Sono stato fortunato, anzi fortunatissimo perché senza una buonissima dose di culo non vai da nessuna parte, ma quando ho avuto un’occasione ho dimostrato di sapermela meritare”.